martedì 21 giugno 2011

IL VAMPIRO (3): DA CARMILLA A DRACULA

imagebam.comimagebam.com'I sogni passano attraverso i muri di pietra, illuminano le stanze più buie e gettano le tenebre in quelle illuminate: i loro personaggi entrano ed escono ovunque a loro piacimento, ridendosela di tutti i lucchetti...'
Continua il nostro affascinante viaggio nella storia della letteratura sui vampiri. Oggi la tappa è parecchio importante. La nostra amica CARMILLA ci parlerà infatti di due delle opere storiche del genere. Il Carmilla di S. Le Fanu e il Dracula di A. Stoker.  
Con Lord Ruthven nasce il mito del vampiro, ma bisognerà aspettare il 1871 per conoscere l'erede diretta del vampiro aristocratico e l'archetipo che aprirà le porte a tutti gli altri grandi personaggi della storia gotica: CARMILLA.
Questo personaggio nasce dalla fantasia dello scrittore irlandese J. Sheridan Le Fanu. Carmilla è l'algida vampira che avvolge le sue vittime in una sorta di languida magia. Personaggio estremamente erotico e fortemente seducente, ammalia e resta ammaliata dalle sue vittime, in particolar modo Laura, la coprotagonista del racconto, con la quale Carmilla vive una sorta di amore saffico: ella si trova in bilico tra realtà e sogno, orrore e passione. Partiamo dal nome: Carmilla, Mircalla, Millarca che dir si voglia, ci rende l'idea della poliedricità del personaggio.
Questa giovane ragazza, non A CASO incontra la protagonista Laura, mentre è in viaggio con la madre ed è costretta a chiedere ospitalità al padre della giovane in quanto malata e non in grado di poter continuare il viaggio con la madre.
Carmilla si stabilisce a casa di Laura e in breve tempo le due ragazze diventano amiche inseparabili; Laura resta talmente affascinata dalla giovane che non riesce neanche a ritrarsi alle continue avances della stessa. 'Qualche volta, dopo un periodo di apatia, la mia strana e bella compagna prendeva la mia mano e la stringeva nella sua con pressione forte e ripetuta; arrossendo leggermente, guardando dritto nei miei occhi con i suoi occhi languidi e infiammati, e respirando così velocemente che il suo vestito si alzava e si abbassava al ritmo del suo cuore in tumulto. Era come l’ardore di un amante; questo mi imbarazzava; era detestabile e allo stesso tempo irresistibile; e con occhi maliziosi mi guidava verso di lei, e le sue labbra calde scorrevano sulla mia guancia coprendola di baci; e mi sussurrava, a volte singhiozzando: Tu sei mia, sarai mia, io e te siamo una cosa sola per sempre'.
Ma con il passare del tempo, Laura si trova a rendersi conto che Carmilla è 'qualcosa' di inquietante, e il padre della ragazza, vista l'impotenza davanti al continuo deperire della figlia chiede aiuto al suo amico il Generale Spieldorf (il quale ha subito la perdita dell'amata nipote da parte dell'incontro con una vampira). Quando il generale riconosce in Carmilla, Millarca, l'essere che ha ucciso la nipote, incomincia la sua battaglia contro il male, che in un primo momento lo vede sconfitto, ma che poi con l'aiuto del Barone Vondenburg (grande esperto di vampiri, che ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca della contessa Mircalla Karnstein) riesce a vincere, liberando Laura e uccidendo definitivamente la contessa Vampiro Mircalla Karnstein.
L'uccisione di Carmilla è  fortemente scenica, avviene nel castello d famiglia, ricercato da anni dal barone: è violenta e al tempo stesso pietosa, quando si sente in trappola la giovane, sa che verrà uccisa. Carmilla mostra tutto il suo tormento, fino a quando i suoi occhi intensi e di fuoco non verranno spenti per sempre dalla decapitazione ad opera del barone. Carmilla è ambigua, bellissima e regale, ma allo stesso tempo docile e fragile, oppressa dal segreto tormento che la persegue, intrappolata nel labirinto enigmatico del suo nome che è costretta ad anagrammare per poter sopravvivere e non essere riconosciuta.
E' figlia della luna e della notte come Ecate, Diana, Persefone e Iside: fa della sua natura femminea il suo punto di forza e debolezza al tempo stesso. E' mostruosa e forte come solo il male può essere, accanita e tenace nel suo demoniaco compito, creatura dolce e languida velata di erotismo malato, ambiguo intreccio di fascino ineffabile e potente, ma mortale.
La chiave di lettura del racconto ci è data dallo stesso Le Fanu quando fa dire alla sua creatura: 'immaginare certe cose impaurisce come vederle, io credo che la fantasia sia brutta quanto la realtà..' Chi legge, rimane turbato, non sa se provare pietà o paura, disgusto o attrazione, le linee di confine tra il bene e il male, tra il giusto e lo sbagliato sono incerte.
Carmilla alla fine risulta la proiezione di Laura, ciò che non è la prima lo è la seconda, sono esseri complementari, due facce della stessa medaglia. Questo nuovo personaggio, riuscì a stimolare molti scrittori del tempo. Maupassant scrisse 'le Horla' un raffinato racconto di vampiro psicologico che porta alla follia il protagonista; Anne Crawford ci regala la sua Vespertilia con il racconto 'Mistero in una campagna romana', P.S. Miller crea il suo vampiro crudele e assetato di sangue ma a suo modo ingenuo e spaesato in 'Oltre il fiume', ma il racconto di Le Fanu colpì profondamente uno scrittore in particolare, peraltro connazionale, Bram Stoker, e dalla sua fervida fantasia nacque il celeberrimo DRACULA.
Stoker, affermò che il suo personaggio era nato da un incubo causato da una cena, ma il vampiro prodotto dall'inconscio dello scrittore fu costruito, tassello dopo tassello, mediante la curiosità che s'insinuò nel profondo dell'animo dello scrittore. Stoker divenne talmente ossessionato da questa figura misteriosa, che incominciò a studiare la storia e il folklore dell'Europa dell'Est, scavò nella storia di Vlad II Tepesh (l'Impalatore), conte di Valacchia che nella metà del quattrocento spargeva terrore e sangue tra le fila di Turchi; si addottorò sulla storia della foresta Nera, dei Carpazi e della Transilvania. I suoi elaborati portarono alla genesi di quell'ambiente sinistro in cui il conte si muove furtivo nel suo maniero e alla miriade di personaggi multisfaccettati che con le loro azioni e interazioni caratterizzano tutto il romanzo, da Jonathan Harker a Renfield, da Mina a Lucy, da Van Helsing al dottor Seward, dal fidanzto di Lucy (Lord A. Holmwood) a Morris.
Non sto a dilungarmi sulla storia di Dracula, che in molti conosciamo, e che per chi non l'ha ancora letto, spero che tale scritto ne stimoli la curiosità, ma ciò che voglio mettere a nudo è la similitudine tra i due demoni. Nella prima stesura di Dracula del 1890, mai edita, se non postuma la morte di Stoker, il titolo è L'ospite di Dracula e la storia è ambientata in Stria, regione austro-ungherese, come la Carmilla di Le Fanu e solo in un secondo momento è trasportata in Romania sui Carpazi. In tale stesura è presente il racconto in prima persona del protagonista, come fa Laura parlando della sua amica, mentre solo in un secondo momento il Dracula prende la forma epistolare, ma la differenza sostanziale tra i due capolavori, si trova nel fatto che mentre Stoker ci dà i mezzi per scoprire la storia pagina dopo pagina, e la possibilità di essere parte attiva con i personaggi, Le Fanu, non svela nulla se non al momento in cui il lettore deve sapere (il nome di Laura ad esempio, compare quasi a fine racconto).
Per quanto riguarda i personaggi, le similitudini sono innumerevoli, Carmilla in Dracula diventa Lucy, l'amica di Mina, esse sono l'archetipo vampiro, che rappresentano la figura femminile vittima e carnefice allo stesso tenpo. Abraham Van Helsing è il diretto discendente del barone Vondenburg, ambedue eruditi, scettici indagatori, ma al tempo stesso ferventi paladini dello studio dei fenomeni soprannaturali che causano caos e morte.
Il filo conduttore, però dei due romanzi è la sessualità smodata portata fino allo stremo con la morte. Sia Carmilla che Dracula sono puro istinto erotico, (lo si evince anche dalle descrizioni fisiche dei due demoni), ma Dracula è più diabolico, rappresenta la paura dell'uomo, il male che si teme e non si riesce a riconoscere: bellissima è infatti la metafora del non riflesso del Conte negli specchi. I suoi rapporti poligami con le mogli, il prediligere giovani donne, denota l'ambiguità e l'irrefrenabile istinto animale, insito nel profondo di tutti gli uomini.
Carmilla, invece, è il prototipo del vampiro femminile con tratti saffici ed ambigui: sceglie solo giovani donne, delle quali s'innamora e alle quali regala piacere e che con i suoi comportamenti mutevoli le rende dipendenti fisicamente e psicologicamente, ma alla fine la vittima delle sue pulsioni rimane lei stessa. Ambedue i protagonisti, ai giorni nostri, sembrerebbero persone normali che non seguono particolari regole comportamentali, ma se ponendoli nella loro epoca, (quella vittoriana), vediamo che la repressione socio-culturale portava le persone ad anelare il proibito, dove la moralità era obbligatoria, dove la rivoluzione industriale e le continue scoperte distruggevano i sogni.
Potremmo affermare che Carmilla e Dracula sono stati dei veri rivoluzionari eroi. In un'Inghilterra in cui stava riscuotendo grande successo l'investigatore deduttivo Sherlok Holmes, nato dalla penna di Arthur Conan Doyle (che non rimase indifferente al fascino del vampiro a tal punto che scrisse una storia in cui il suo Holmes sfata il mito), Carmilla e Dracula riuscirono, prima in punta di piedi, poi in modo eclatante a resistere e diventare leggenda.

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