domenica 26 giugno 2011

IL VAMPIRO (4): DA LESTAT AD EDWARD CULLEN

imagebam.comimagebam.com'Il male è un punto di vista. Dio uccide indiscriminatamente, e così faremo noi; perché nessuna creatura di Dio è come noi; nessuno è simile a lui, quanto noi' (Lestat de Lioncourt).Vampiri che hanno fatto a loro modo, il nostro tempo: i Vampiri degli anni in cui viviamo noi.
 
Il successo della creatura di B. Stoker riuscì ad agitare il mondo letterario di inizio '900 e tutti gli scrittori decisero di riscrivere il loro vampiro. Da Gogol a Dumas, da Gautier a Hoffman, ma mai nessuno ebbe l'ardire di creare o variare la figura del 'nonmorto'. Dracula era diventato un'icona, che partorì numerosi figli, tra i quali restano impressi la 'Berenice' di E.A. Poe, algida vampira che ossessiona il protagonista solo con la visione dei suoi denti bianchi e lunghi, o la storia di 'I'm a legende' del 1964, in cui il vampiro evolve sotto forma di “peste moderna” e s'insinua negli umani mediante il contagio virale.
Dal romanzo di Matherson nasce il vampiro fantascientifico che avrà il suo culmine in 'Space Vampires', film del 1974 in cui i vampiri sono esserei alieni.
Con l'avvento della cultura moderna, il vampiro abbandona i manieri, le lande desolate e si concentra nelle aree metropolitane, cambia, si ghettizza, al punto tale da dover nascondere la propria presenza al genere umano per sopravvivere.
La svolta vera e propria nella letteratura vampirica, avviene negli anni '70 con i romanzi di Anne Rice, la quale crea l'ultimo immortale LESTAT, vampiro eternamente in bilico tra la sua natura di non-morto e la nostalgia per la persa umanità. E' un vampiro 'anomalo', non è solitario, tenebroso e amorale, ma fonde il suo essere demone con caratteristiche prettamente umane. E' bello, seducente, ma anche reticente all'osservazione delle regole millenarie della sua specie, a lui non importa di soverchiare le regole, anzi, anela la conoscenza degli umani e il 'farsi conoscere da loro'.
E' un vampiro mosso da pulsioni ancestrali, fame, vendetta, desiderio di vivere, è amante del bello, degli uomini e cerca disperatamente la sua anima affine con cui condividere la sua esistenza. Trova quest'anima, apparentemente, prima in Louis, poi in Claudia, tutte sue creature, ma troppo legate all'umanità, per concepire il suo dramma; si renderà conto alla fine che l'unica anima affine alla sua è quella della madre, talmente simile a lui da non accettarla.
Questo è il dilemma del vampiro Lestat 'amare l'essere vampiro, esserne consapevole, ma rimpiangere l'umanità'.Questa dualità interiore lo porta a vivere la sua esistenza in bilico tra 'ragione e sentimento'.
Nessuno riesce a distrarlo dalle sue brame, tanto meno Louis (prototipo del vampiro moderno con pseudoanima), dal suo volere ad ogni costo, e l'immagine più bella è data dalla sua stessa descrizione “Sono il vampiro Lestat, sono immortale, più o meno. La luce del sole, il calore continuato di un fuoco intenso... ecco potrebbero annientarmi”
Con i romanzi di Anne Rice siamo ha un bivio nella letteratura gotica: c'è chi evolve il filone Louis, quello del vampiro con il rimorso, e chi segue la saga della 'Regina dei dannati', dove i vampiri Akasha e Enkil riportano all'archetipo ancestrale pre-Dracula, alle Lamie, alle divinità pre-civilizzazione.
Ma la svolta evolutiva avviene maggiormente negli anni '80: i vampiri, ormai impauriti dal genere umano, incominciano a vivere in gruppi (Ragazzi perduti, 1987 di J. Shumacher);e mutano sembrano più in sbandati metropolitani piuttosto che in esseri millenari che lottano per la sopravvivenza della loro specie.
Tra gli anni '90 e il 2000, con la iperproduzione di racconti e romanzi del genere, nasce la nuova figura del demone millenario: egli diventa un personaggio tormentato (il vampiro di Twilight, quelli di The Vampire Diaries, di True Blood , di Blood Ties, di Being Human e di The Gates)
Il vampiro che più ha inciso nell'immaginario collettivo è EDWARD CULLEN. Egli rappresenta il bello e dannato, il nuovo James Dean, capace di far breccia nei cuori delle teen-ager, in quanto visto come oggetto del desiderio, mentre i Cullen come famiglia si evolvono nel 'clan vampirico' e cioè la famiglia moderna, dove c'è il patriarca e si può essere fratelli anche non avendo lo stesso sangue.
Essendo prodotti per un pubblico giovanile, i nuovi vampiri sono esserei quasi umani, perseguitati dalla loro natura di succhia-sangue, esseri tormentati e tormentanti, hanno bisogno di amore e di identità, insomma sono personaggi perfettamente calati nella nostra società che aliena l'individuo.
Il vampiro moderno è un outsider, bastardo quanto basta, bellissimo e tormentato che odia la sua natura, che si ritiente privo di anima e ne soffre, maledicendo la sua natura di demone continuamente, ma appare incapace di regalare brividi freddi di terrore vero come Dracula continua ancora oggi a regalarci.
Mentre Dracula, ancora oggi regala pulsioni e fremiti, genera il brivido gelido lungo la schiena, i nuovi vampiri sono eterei, impalpabili, hanno dentini da latte, il richiamo sessuale è debole (in alcuni casi si arriva ad aborrire il morso sul collo, azione piena di intensità emotiva ).
Ad Edward, come ad Henry, a Mitchell, Stefan e Damon, manca la leggenda, la storia.. è vero che i tempi sono cambiati, questi vampiri non generano più incubi, ma compassione.
I nuovi vampiri dormono in bare refrigerate (Moonlight), pensano alle loro storie d'amore ponendo in secondo piano la loro natura (Blood Ties).
Ma si può notare che nelle stesse saghe e telefilm moderni, ci sono vampiri che mantengono la loro natura ferina.
Josef, coprotagonista in Moonlight e Russell, splendido re in True Blood.
Ai vampiri moderni manca l'alone di mistero che genera terrore, non sono più esseri superiori capaci di distruzione, ma sempre più alla stregua degli umani hanno bisogno dello psicologo come ad esempio Nicholas Cage in 'Stress da vampiro' del 1989 di Robert Bierman.
Accanto ai vampiri generati dalle saghe più commerciali e famose, ce ne sono altri, meno visibili ma ugualmente importanti: pensiamo alla giovane protagonista di 'Lasciami entrare', libro di J. A. Lindquist, del 2006, diventato poi film.
In cui la bambina vampiro moderna è talmente crudele e perturbante che attanaglia con ogni sua azione e con la tragicità della sua esistenza, in una società in cui non c'è posto per mistero e leggende.
Da non disdegnare sono altri due libri, 'il 18° vampiro' di C. Vergnani, dove lo scrittore italiano mette a nudo la tragicità della dissacrazione delle tombe di giovani donne credute vampire; e 'Ho freddo' di G. Manfredi in cui lo scrittore (peraltro uno dei sommi conoscitori contemporanei della letteratura vampirica) parla di un vampiro visto non come fenomeno da luna park, ma ancora come peste nera da cui temere il peggio anche nel 2011.
Se i vampiri e altre figure mitologiche (licantropi, streghe, succubus e incubus) sono capaci si scontrarsi in lotte primordiali per la conquista della Terra (Underworld), se sembrano emergere da abissi di un passato recondito (come gli Originari di Lovecraft), la cultura di massa moderna ne ha consacrato l'immortalità, la capacità di rigenerarsi in un futuro che già a noi umani pare incerto.
Parafrasando il narratore rassegnato di Maupassant che oramai resosi conto di non potersi liberare della creatura invisibile che lo perseguita: “Dopo l'uomo... L'Horla”, “Dopo l'uomo... il vampiro”.
.. sia esso Carmilla, Dracula, Lord Ruthven, Lestat, Edward Cullen, Stefan e Damon Salvatore, Bill o Eric.

FONTI: Introduzione a "La prima notte dei vampiri" di Carlo Pagetti e L'evoluzione del vampiro nella letteratura, Rassegna stampa ragionata di Mara Bevilacqua e Gianni Pilo e Sebastiano Fusco.


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