sabato 16 luglio 2011

KEVIN, LA COMIC CON E LE INFLUENZE ARTISTICHE ...

imagebam.comDopo Julie Plec, anche l'altro produttore esecutivo dello show, KEVIN WILLIAMSON, ci regala i suoi ricordi in occasione dell'imminente Comic Con di San Diego (ricordiamo che Kevin sarà al panel sia di The Vampire Diaries che di The Secret Circle). In questa intervista con Hollywood Reporter.com, Kevin ci parla delle sue conoscenze e preferenze nel campo dell'horror, e di cosa lo ha maggiormente influenzato durante la creazione di The Vampire Diaries.
Comic-Con 2011: Kevin Williamson parla di John Carpenter, 'True Blood' e su come 'Dark Shadows' abbia influenzato 'The Vampire Diaries'
Il direttore dello spettacolo, che presenterà anche The secret circol alla convention, afferma che twitter aiuta a prevedere il consenso dalla reazione dei fan.
Con centinaia di migliaia di persone che seguono il Comic-Con di San Diego ogni anno e con l’edizione del 20-24 luglio che si avvicina, The Hollywood Reporter ha parlato con i grandi nomi della televisione sui loro ricordi più cari e sui suggerimenti per seguire l’appuntamento annuale. Live Feed di THR parlerà di Comic-Con con attori, autori e produttori durante i giorni precedenti l’evento, quindi verificate subito per leggere le interviste e le ultimissime notizie sugli ospiti e sulle proiezioni.
Kevin Williamson
Credenziali: The Vampire Diaries, Scream 1-4, The Faculty
In arrivo: The Secret Circle su CW
Sessioni al Comic-Con: The Vampire Diaries, Sabato 23 luglio, 3:30-4:15pm, Ballroom 20; The Secret Circle, Sabato 23 luglio, 5:15-6 p.m., Room 6BCF.
THR: Qual è la cosa che ricordi di più del tuo primo Comic-Con?
Williamson: Credo che il mio primo Comic-Con sia stao nel 1998. Allora avevano davvero dei libri di fumetti lì: file e file di cabine e cabine di fumetti. C’erano tante persone vestite con i costumi. Era divertente; era totalmente alla mia portata. Non c’era quella roba dove sono cresciuto. Ero davvero sconvolto dal fatto che ci fosse questa cosa, un centro per la convention che fosse così grande da poter ricevere il pubblico di questa roba. Chiaramente anche le case cinematografiche si resero conto di questa realtà. Hanno iniziato a tuffarsi sempre più a fondo man mano che gli anni passavano. Adesso è un enorme prodotto di esportazione, il che è magnifico.
THR: Qual è la più grande differenza che hai visto a Comic-Con nel corso degli anni?
Williamson: Le case cinematografiche hanno investito in questo settore e questo settore è diventato realmente la loro punta di diamante. Per i fan è un modo bellissimo per interagire ed essere coinvolti. L’interazione fra i fan e il progetto è una buona cosa. Dove altro ti capita di andare e trascorrere del tempo stupidamente?
THR: Cosa ricordi della tua prima sessione?
Williamson: Ricordo che ero nervoso e che andavo lì e fissavo chiunque e tutte le luci e tutti che mi facevano domande. Avevo paura di essere stupido. La prima sessione alla quale partecipai per davvero, ricordo che sgattaiolai e andai a sentire John Carpenter. Quella è stata la prima sessione durante la quale mi sedetti e seguii.
THR: Come ti sentivi?
Williamson: Mi piacque tantissimo. Tenni la mano sempre alzata cercando di prendere il microfono e fare domande.
THR: Cosa avresti domandato se ne avessi avuta la possibilità?
Williamson: Gli avrei chiesto delle sue musiche perché so che scrive le musiche di tutti i suoi film. Mi sembrava che la sua musica fosse davvero ispirata in quel momento. Era un musicista straordinario e (avrei chiesto) come questo lo avesse influenzato come regista. Era una domanda del mio lato fanatico la cui risposta avrei sempre voluto sapere.
THR: Qual è la parte che preferisci dell’esperienza del Comic-Con?
Williamson: La parte migliore del Comic-Con è incontrare le persone che non vedo dal Comic-Con dell’anno precedente. Mi sono imbattuto in Matthew Lillard l’anno scorso dopo dodici anni. Incontrare le persone con cui magari ho lavorato dieci anni fa e interagire con chi fa la stessa cosa che faccio io. Uscire con persone diverse da quelle che stanno in realtà scrivendo o recitando o che lavorano agli show. È divertente perché hai a che fare con tutti: dall’angolo della strada fino al tuo hotel, è come al college, una città in festa per una settimana.
THR: Quali domande suggerisci ai fan di non fare durante le sessioni?
Williamson: C’è sempre uno stupido nel gruppo. La peggiore domanda è quella per la quale uno si alza in piedi e dice “Posso fare un provino per te? Questa è la mia foto e tutto il resto”. E tu sei con altre 4000 persone parlando di TVD e pensi “Non accadrà proprio adesso, tesoro”. Questa è una domanda imbarazzante. È un’altra situazione. Comic-Con non è probabilmente il luogo dove essere scoperti; è il luogo per divertirsi.
La prima domanda in assoluto della mia intera carriera è di solito “Cosa ti fa paura?”. Mi fanno spessissimo questa domanda. È la stessa cosa che spaventa chiunque: il buio. I rumori di notte. Mi spaventa. Immagina quello che ti fa paura, bè, spaventa anche me. Questo è come coinvolgi il pubblico.
THR: Per quale sessione faresti la fila tutto il giorno?
Williamson: Se potessi seguire una sessione, sarebbe quella di True Blood perché sono un fan ossessivo di quello show. Tutti loro lo sanno perché li perseguito. Accade sempre.
THR: Quali consigli hai per chi partecipa a Comic-Con per la prima volta?
Williamson: Dura così poco, godetevela. Vorrei che più persone si vestissero con eleganza. Ho la sensazione che lo facevano di più in passato. Adesso molte di meno lo fanno. Spero quest’anno di vedere tanti costumi stravaganti.
THR: Se potessi essere il direttore di un’altra serie, quale sarebbe?
Williamson: Mi piacerebbe fare uno show davvero dark, realistico in modo violento, spaventoso, psicologico. Penso che Criminal Minds sia bellissimo, lo vedo. Vorrei fare uno show a sfondo legale, non avendone mai fatto uno finora.
THR: Tre cose che faresti se stessi dirigendo lo show di qualcun altro?
Williamson: Più sesso e violenza a True Blood.
THR: Quale show vorresti riavviare più di altri?
Williamson: Ho sempre voluto riavviare Dark Shadows e questo è fatto dai ragazzi vampiri. Questo era lo scopo, fare uno show come Dark Shadows. The Vampire Diaries è la mia versione di quello show.
THR: Su cosa stai lavorando?
Williamson: Sto lavorando su un piccolo thriller con omicidio, un piccolo film terrorizzante. Sono a metà. Ho dovuto metterlo da parte per via delle cose televisive. Mi sto divertendo molto con la tv perché una volta che inizi bene, continui su quel percorso. Quando c’è una pausa, ritorno al film.
THR: Cosa puoi dirci sulla terza stagione di The Vampire Diaries?
Williamson: Ci stiamo divertendo molto con gli Originali, la loro famiglia. Elijah si è distinto e continuerà a seminare distruzione.
THR: Che hai imparato dai Diaries?
Williamson: Come scrittore di storie, sento sempre che questo genere di storia – la chiamo ibrida – è in parte liceo, in parte dramma, in parte famiglia, in parte vampiri, in parte horror. Credo che questo tipo di show quando lo vedi in tv sia sempre troppo lento. Sentivo che bisognava metterci dell’energia. Dopo aver visto otto anni di 24, ti rendi conto di come possa essere uno show adrenalinico. Volevo portare quell’adrenalina a una soap opera horror melodrammatica. Non volevo che fosse lenta e gotica e noiosa. Volevo che fosse vitale e pulsante ad ogni suo passo, sia che si tratti di azione, emozioni e amori epici. Volevo raccontare una grande, enorme storia epica e percepisco che i fan che lo seguono religiosamente lo capiranno. E spero che ancora più persone lo guarderanno. È ancora solo quel piccolo show su CW.
THR: Quanto sei influenzato dei responsi dei fan su twitter?
Williamson: è come se potessi vedere se la gente reagisce a qualcosa o non reagisce a qualcosa. Hai un consenso collettivo. Puoi dire la differenza tra quello che un fan vuole che accada o al contrario se ai fan questa cosa piace oppure no. Segui quello accade su twitter e soppesi tutto mentre leggi.
THR: Se partecipassi indossando un costume, quale sarebbe?
Williamson: Sono fissato con l’horror. Sceglierei Michael Myers. Comunque mi piacerebbe tantissimo provare il costume di Alien almeno una volta nella mia vita.

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