domenica 20 maggio 2012

JOSEPH: TRA WARHOUSE E KLAUS

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Da oltre un anno ormai, siamo abituati a vedere JOSEPH MORGAN nei panni seducenti e border line di Klaus, il cattivo dei cattivi del nostro show, ma la carriera dell'attore britannico si estende a ben oltre. Il suo ultimo film infattiverrà presentato in questi giorni al Festival del cinema di Cannes. Joseph, in questa intervista ci racconta qualcosa sia di WARHOUSE che del suo ritorno a The Vampire Diaries. 
Da vampiro millenario in "The Vampire Diaries" a uomo che combatte per preservare la sua umanità negli anni di una terribile prigionia di "Warhouse", Joseph Morgan è sicuramente un attore che non teme di accettare ruoli complessi.

Warhouse, co-scritto e diretto da Luke Massey e co-scritto e prodotto da Benjamin Read, è un avvicente, brutale film psicologico con un taglio soprannaturale che delinea la battaglia di un uomo per preservare la sua sanità mentale e la sua umanità nel corso di anni di terribile prigionia. L'ufficiale della Marina Reale A.J.Budd (Joseph Morgan) si risveglia in una casa misteriosa ed è costretto a lottare ogni giorno per la sua vita contro avversari grotteschi e disumani. Intrappolato da solo in un'immutabile prigione di indistruttibili routine, ogni giorno deve uccidere o morire lui stesso.

Alla vigilia della presentazione del film al Cannes Market, abbiamo incontrato Joseph per parlare di fonti d'ispirazione, TV contro film, ritorno di Klaus e gioie di Twitter.

M: Come sei stato coinvolto in questo film?
J: Ho lavorato con Luke in un cortometraggio che ho co-diretto con Matt Ryan, che conosceva Luke dai tempi della Royal Shakespeare Company e così l'abbiamo chiamato per chiedergli se voleva essere il direttore della fotografia del nostro corto. Ho avuto un'istantanea 'connessione creativa' con Luke, così quando mi ha chiesto se fossi interessato a lavorare ad una collaborazione con lui ho colto la palla al balzo.

M: Cosa ti attrae del personaggio?
J: Sono sempre attratto da una bella evoluzione di un personaggio. Un viaggio che cambia il personaggio dall'inizio alla fine del film. Warhouse sicuramente ha questa caratteristica. E' stata anche una fantastica opportunità per indagare e capire fin dove una persona può arrivare quando è completamente sola, quando non ha nessuno lì a giudicarla.

M: Questo film esplora alcuni luoghi particolarmente oscuri della psiche: come ti prepari ad una cosa del genere?
J: Ascolto musica che ha un significato emotivo per me. Mi permetto di essere assorbito dallo scenario. Principalmente si tratta di convincermi che la situazione in cui mi trovo è reale e di permettere alla follia di emergere. Tutti abbiamo un po' di follia dentro di noi; nel corso degli anni ho imparato ad accedervi.

M: Credi che saresti in grado di sopravvivere in una casa come quella?
J: Troverei davvero difficile sopravvivere in quella casa [WarHouse]. Mi piace stare da solo per un po', ma ho altresì un disperato bisogno di contatto umano: è questo che mi farebbe impazzire, credo. A J Budd ha il suo addestramento da marine su cui fare affidamento - Improvvisare, adattarsi, prevalere. Per me sarebbe molto più difficile.

M: Cosa ti ha spinto a voler diventare un attore? C'è stato un film particolare che ti ha ispirato?
J: Ho sempre guardato film e immaginato di voler fare il lavoro del personaggio. Ad esempio, guardando "The italian job" pensavo di voler essere un rapinatore di banche professionista. Poi vidi Brad Pitt in "L'esercito delle 12 scimmie" e pensai che era il genere di ruolo che avrei voluto interpretare. Ho realizzato così che volevo provare ad essere tutte queste persone diverse, non scegliendo davvero un percorso ma tuffandomi in tante vite diverse. Poi sono sempre stato un avido lettore, quindi un lavoro che consista essenzialmente nell'essere dentro delle storie ha ovviamente una certa attrattiva.

M: Hai lavorato sia in TV che nei film: hai una preferenza o ti piace la varietà?
J: Mi piace la varieta, senza dubbio. Presentano entrambi vantaggi e stimoli. Mi piacerebbe anche fare più teatro a un certo punto nei prossimi anni. Magari riuscirò a convincere Luke a dirigere "Il calapranzi" di Harold Pinter, e Matt ed io potremo recitarci. Sarebbe divertente!

M: Sei molto attivo su Twitter: ti piace l'interazione diretta con i fans?
J: Assolutamente. E' un modo fantastico per comunicare direttamente con i fans. Io stesso sono fan di così tante cose, quindi mi sono davvero divertito a sapere chi mi segue, quali libri piacciono loro, quali sono i loro film preferiti, mi affascina sapere quanti interessi condividiamo.

M: Devo ammetterlo, sono una grandissima fan di The Vampire Diaries, e quando è arrivato Klaus non pensavo sarebbe stato all'altezza della situazione, ma hai creato davvero un personaggio incredibile. Per favore, dimmi che tornerai nella quarta stagione.
J: Non credo che potrebbero disfarsi di un ibrido millenario indistruttibile così facilmente...

M: Hai moltissimi fan australiani (in particolare nel nostro ufficio). Hai in programma di fare un viaggio da noi?
J: Mi piacerebbe tanto! E' un invito?
M: Si!





fonte TVD Italia





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